LITURGIA DELLA PAROLA E COMMENTO
LITURGIA DELLA PAROLA
Giudicherà con giustizia i poveri.
Dal libro del profeta Isaia
In quel giorno,
un germoglio spunterà dal tronco di Iesse,
un virgulto germoglierà dalle sue radici.
Su di lui si poserà lo spirito del Signore,
spirito di sapienza e d’intelligenza,
spirito di consiglio e di fortezza,
spirito di conoscenza e di timore del Signore.
Si compiacerà del timore del Signore.
Non giudicherà secondo le apparenze
e non prenderà decisioni per sentito dire;
ma giudicherà con giustizia i miseri
e prenderà decisioni eque per gli umili della terra.
Percuoterà il violento con la verga della sua bocca,
con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio.
La giustizia sarà fascia dei suoi lombi
e la fedeltà cintura dei suoi fianchi.
Il lupo dimorerà insieme con l’agnello;
il leopardo si sdraierà accanto al capretto;
il vitello e il leoncello pascoleranno insieme
e un piccolo fanciullo li guiderà.
La mucca e l’orsa pascoleranno insieme;
i loro piccoli si sdraieranno insieme.
Il leone si ciberà di paglia, come il bue.
Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera;
il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso.
Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno
in tutto il mio santo monte,
perché la conoscenza del Signore riempirà la terra
come le acque ricoprono il mare.
In quel giorno avverrà
che la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli.
Le nazioni la cercheranno con ansia.
La sua dimora sarà gloriosa.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 71
Seconda Lettura Rm 15,4-9
Gesù Cristo salva tutti gli uomini.Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza.
E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull’esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo.
Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la gloria di Dio. Dico infatti che Cristo è diventato servitore dei circoncisi per mostrare la fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei padri; le genti invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto:
«Per questo ti loderò fra le genti e canterò inni al tuo nome».
Vangelo Mt 3,1-12
Convertitevi: il regno dei cieli è vicino!Dal vangelo secondo Matteo
In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».
E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Commento
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima
Lettura Is
11,1-10
Giudicherà con giustizia i poveri.
Dal libro del profeta Isaia
In quel giorno,
un germoglio spunterà dal tronco di Iesse,
un virgulto germoglierà dalle sue radici.
Su di lui si poserà lo spirito del Signore,
spirito di sapienza e d’intelligenza,
spirito di consiglio e di fortezza,
spirito di conoscenza e di timore del Signore.
Si compiacerà del timore del Signore.
Non giudicherà secondo le apparenze
e non prenderà decisioni per sentito dire;
ma giudicherà con giustizia i miseri
e prenderà decisioni eque per gli umili della terra.
Percuoterà il violento con la verga della sua bocca,
con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio.
La giustizia sarà fascia dei suoi lombi
e la fedeltà cintura dei suoi fianchi.
Il lupo dimorerà insieme con l’agnello;
il leopardo si sdraierà accanto al capretto;
il vitello e il leoncello pascoleranno insieme
e un piccolo fanciullo li guiderà.
La mucca e l’orsa pascoleranno insieme;
i loro piccoli si sdraieranno insieme.
Il leone si ciberà di paglia, come il bue.
Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera;
il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso.
Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno
in tutto il mio santo monte,
perché la conoscenza del Signore riempirà la terra
come le acque ricoprono il mare.
In quel giorno avverrà
che la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli.
Le nazioni la cercheranno con ansia.
La sua dimora sarà gloriosa.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 71
Vieni,
Signore, re di giustizia e di pace.
O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.
Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.
Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.
Il suo nome duri in eterno,
davanti al sole germogli il suo nome.
In lui siano benedette tutte le stirpi della terra
e tutte le genti lo dicano beato.
O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.
Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.
Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.
Il suo nome duri in eterno,
davanti al sole germogli il suo nome.
In lui siano benedette tutte le stirpi della terra
e tutte le genti lo dicano beato.
Seconda Lettura Rm 15,4-9
Gesù Cristo salva tutti gli uomini.Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza.
E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull’esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo.
Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la gloria di Dio. Dico infatti che Cristo è diventato servitore dei circoncisi per mostrare la fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei padri; le genti invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto:
«Per questo ti loderò fra le genti e canterò inni al tuo nome».
Vangelo Mt 3,1-12
Convertitevi: il regno dei cieli è vicino!Dal vangelo secondo Matteo
In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».
E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Commento
Ottavo secolo
prima di Cristo. Il profeta Isaia annuncia al popolo d’Israele la
venuta, un giorno, di un “germoglio”, che “spunterà dal
tronco di Iesse”. Questo “germoglio” sarà, dunque, un
discendente di Davide, di cui Iesse era il padre. “Figlio di
Davide”, infatti, verrà chiamato spesso Gesù da chi attendeva
da Lui guarigione e perdono.
Isaia sta
parlando del Messia atteso dal popolo d’Israele e ne elenca le
caratteristiche peculiari. “Su di lui
si poserà lo
spirito del Signore, spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito
di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del
Signore”, doni che, con l’aggiunta della “pietà”,
costituiscono, nella dottrina cristiana, i “sette doni dello
Spirito Santo”. E il profeta, in tale brano, puntualizza sempre più
precisamente le caratteristiche di questo “germoglio”. Sarà
giusto nei suoi giudizi, poiché non si lascerà condizionare né
dalle dicerie giunte alle sue orecchie né dal livello socio-
economico- culturale delle persone, sulle quali dovrà esprimere il
suo giudizio. E porterà la pace, una pace non solo tra gli esseri
umani (“non agiranno più iniquamente), ma anche tra la natura e
l’uomo (“il lattante si trastullerà sulla buca della vipera; il
bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso”), tra
animali feroci e animali mansueti (“il lupo dimorerà insieme con
l’agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello
e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li
guiderà. La mucca e l’orsa pascoleranno insieme; i loro piccoli si
sdraieranno insieme. Il leone si ciberà di paglia, come il bue”).
Sono immagini che ci riportano alle prime pagine del libro della
Genesi, alle origini della creazione, quando questa era appena
“uscita” dalle mani del Creatore ed era ancora secondo il cuore
di Dio. Il profeta, attraverso queste immagini, sta annunciando i
“frutti” della venuta di questo “germoglio”: “terra e cieli
nuovi” grazie a una linfa potente e vivificante immessa
nell’umanità ferita, deturpata, snaturata dal peccato, che la
rigenererà e le restituirà la bellezza e l’unità originarie.
“In quel giorno avverrà che la radice di Iesse si leverà a
vessillo per i popoli. Le nazioni la cercheranno con ansia”; così
si conclude il bellissimo brano di Isaia. E, continuando con il
linguaggio delle immagini, sembra di poter “vedere” Gesù ritto
sulla cima di un monte, mentre parla a una folla immensa,
incalcolabile, costituita da persone appartenenti a ogni razza,
lingua, cultura, a ogni “nazione-popolo”, l’umanità di ogni
luogo e di ogni tempo, che cerca, a volte anche inconsapevolmente, un
“vessillo” vero, luminoso punto di riferimento esistenziale,
dentro il buio tunnel, in cui spesso l’essere umano si muove nella
sua vita quotidiana segnata da pseudo- valori fittizi da lui stesso
elaborati, per cercare di dare un senso ai propri giorni, ma che lo
lasciano, nel profondo del suo cuore, insoddisfatto e deluso.
“In quel
giorno avverrà che la radice di Iesse si leverà a vessillo per i
popoli”. E Gesù si è posto come il Vessillo più alto e più
luminoso. “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà
nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8, 12) dice di Sé.
E ancora: “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14, 6a).
Egli non solo “ indica” la via, “afferma” la verità e “dona”
la vita, ma “è” Egli stesso la via, la verità e la vita. E’
Lui, quindi, che può offrire a ogni persona la pienezza
esistenziale, dandole la verità riguardo al proprio essere, la
sicurezza di un cammino quotidiano ben delineato e una vita divina
che, per mezzo del battesimo, la fa sempre di più fruttificare degli
stessi frutti di Dio (cfr. Gv 15).
E questo
Vessillo è venuto duemila anni fa nella terra di Palestina. Un uomo
lo annuncia, “grida nel deserto”, invitando i suoi ascoltatori
alla conversione per accogliere il Messia. Ma il tono del suo
annuncio è diverso da quello di Isaia, le cui parole lasciano nel
cuore un senso di speranza e di gioia. Giovanni il Battista si
presenta già nel suo aspetto come una figura severa. E severo, duro,
addirittura violento è il suo modo di rivolgersi ai suoi
ascoltatori. “Razza di vipere!” chiama quei farisei e sadducei ,
che erano venuti da lui per farsi battezzare. Uno strano modo di
invitare le persone a convertirsi! Un modo di comunicare che può
suscitare in noi perplessità e sconcerto. Ma Giovanni il Battista ha
una sua idea del Messia; se lo immagina come un “giustiziere”,
che “tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il
suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco
inestinguibile”, un’idea di Messia che verrà messa in crisi dal
modo stesso di agire di Gesù e che, quando Giovanni sarà messo in
prigione, lo spingerà a mandare i suoi discepoli da Gesù per
chiedergli: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un
altro?” (Mt 11, 3). Gesù non risponde direttamente, ma attraverso
le sue azioni, a cui gli stessi discepoli di Giovanni assistono. “Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi
riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono
purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri (gli umili)
è annunciato il vangelo” dice Gesù (Mt 11, 4 – 6). Sono questi
i segni che, proprio nel libro del profeta Isaia, erano riferiti al
Messia(Cfr. Is 29, 18 – 19. 35, 5 – 6). E Giovanni, allora,
comprende che questo Gesù di Nazaret è veramente il Messia, mentre
egli aveva annunciato un Messia secondo i suoi schemi, legati al Dio
dell’Antico Testamento, un Dio prevalentemente giudice severo e
punitivo di fronte ai tradimenti e ai peccati del suo popolo. Ma
Giovanni, con la sua voce tonante, voleva scuotere, come sapeva fare,
con la sua mentalità e la sua sensibilità, le coscienze dei suoi
ascoltatori, di coloro che accorrevano a lui per ricevere un
battesimo di penitenza, pensando che, “avendo Abramo per padre”,
bastasse tale gesto per avere la salvezza. E’ questa miope
presunzione spirituale che Giovanni voleva colpire. Pur legato a una
concezione ebraica di Dio, tuttavia Egli sa che l’accoglienza del
Messia presuppone un cuore umile, un cuore che riconosca di non
essere secondo il cuore di Dio e di avere, quindi, bisogno di
perdono e di un cambiamento profondo, un cuore consapevole di non
poter autogiustificarsi e autorigenerarsi, un cuore che deve “cercare
con ansia” quel Vessillo che a esso si offre come Luce e come
Vita, poiché solo in questa Luce e in questa Vita, che è il Figlio
di Dio fattosi uomo, il cuore umano può trovare la gioia che in esso
dovette esistere al primo scoccare della scintilla della vita tra le
mani di Dio. Ed è questa gioia, in pienezza, che Gesù è venuto a
riportare dentro il cuore dell’umanità.