Liturgia della Parola e commento
Liturgia della Parola
PRIMA LETTURA
Gen 1,1 – 2,2 (forma breve 1,1.26-31)
Dio vide quanto aveva
fatto, ed ecco, era cosa molto buona.
Dal libro della Gènesi
[ In principio Dio creò il cielo e la
terra.] La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo
spirito di Dio aleggiava sulle acque.
Dio disse: «Sia la luce!». E la luce
fu. Dio vide che la luce era cosa buona e Dio separò la luce dalle tenebre. Dio
chiamò la luce giorno, mentre chiamò le tenebre notte. E fu sera e fu mattina:
giorno primo.
Dio disse: «Sia un firmamento in mezzo alle acque per separare
le acque dalle acque». Dio fece il firmamento e separò le acque che sono sotto
il firmamento dalle acque che sono sopra il firmamento. E così avvenne. Dio
chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.
Dio
disse: «Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un unico luogo e
appaia l’asciutto». E così avvenne. Dio chiamò l’asciutto terra, mentre chiamò
la massa delle acque mare. Dio vide che era cosa buona. Dio disse: «La terra
produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che fanno sulla
terra frutto con il seme, ciascuno secondo la propria specie». E così avvenne. E
la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria
specie, e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria
specie. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: terzo
giorno.
Dio disse: «Ci siano fonti di luce nel firmamento del cielo, per
separare il giorno dalla notte; siano segni per le feste, per i giorni e per gli
anni e siano fonti di luce nel firmamento del cielo per illuminare la terra». E
così avvenne. E Dio fece le due fonti di luce grandi: la fonte di luce maggiore
per governare il giorno e la fonte di luce minore per governare la notte, e le
stelle. Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra e per
governare il giorno e la notte e per separare la luce dalle tenebre. Dio vide
che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: quarto giorno.
Dio disse: «Le
acque brùlichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al
firmamento del cielo». Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri
viventi che guizzano e brùlicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti
gli uccelli alati, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona. Dio li
benedisse: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli
uccelli si moltìplichino sulla terra». E fu sera e fu mattina: quinto
giorno.
Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie:
bestiame, rettili e animali selvatici, secondo la loro specie». E così avvenne.
Dio fece gli animali selvatici, secondo la loro specie, il bestiame, secondo la
propria specie, e tutti i rettili del suolo, secondo la loro specie. Dio vide
che era cosa buona.
[ Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo
la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul
bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano
sulla terra».
E Dio creò l’uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò:
maschio e femmina li creò.
Dio li benedisse e Dio disse loro:
«Siate
fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra e soggiogatela,
dominate sui
pesci del mare e sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente che
striscia sulla terra».
Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme
e che è su tutta la terra, e ogni albero fruttifero che produce seme: saranno il
vostro cibo. A tutti gli animali selvatici, a tutti gli uccelli del cielo e a
tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do
in cibo ogni erba verde». E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco,
era cosa molto buona. ] E fu sera e fu mattina: sesto giorno.
Così furono
portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Dio, nel
settimo giorno, portò a compimento il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo
giorno da ogni suo lavoro che aveva fatto.
SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 103
Manda il tuo
Spirito, Signore, a rinnovare la terra.
Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Sei
rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto.
Egli fondò la terra sulle sue basi:
non potrà mai vacillare.
Tu l’hai
coperta con l’oceano come una veste;
al di sopra dei monti stavano le acque.
Tu mandi nelle valli acque sorgive
perché scorrano tra i monti.
In alto
abitano gli uccelli del cielo
e cantano tra le fronde.
Dalle tue dimore tu irrighi i monti,
e con il frutto delle tue opere si
sazia la terra.
Tu fai crescere l’erba per il bestiame
e le piante che
l’uomo coltiva
per trarre cibo dalla terra.
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la
terra è piena delle tue creature.
Benedici il Signore, anima mia.
ORAZIONE
Dio onnipotente ed
eterno,
ammirabile in tutte le opere del tuo amore,
illumina i figli da
te redenti
perché comprendano che, se fu grande all’inizio
la creazione
del mondo,
ben più grande, nella pienezza dei tempi,
fu l’opera della
nostra redenzione,
nel sacrificio pasquale di Cristo Signore.
Egli vive
e regna nei secoli dei secoli.
SECONDA LETTURA
Gen 22, 1-18 (forma breve
22.1-2.9a.10-13.15-18)
Il sacrificio di Abramo, nostro padre nella
fede.
Dal libro della Gènesi
[ In quei giorni, Dio mise alla prova
Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio,
il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in
olocausto su di un monte che io ti indicherò». ]
Abramo si alzò di buon
mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la
legna per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva
indicato. Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo.
Allora Abramo disse ai suoi servi: «Fermatevi qui con l’asino; io e il ragazzo
andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi». Abramo prese la
legna dell’olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il
coltello, poi proseguirono tutti e due insieme.
Isacco si rivolse al padre
Abramo e disse: «Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui
il fuoco e la legna, ma dov’è l’agnello per l’olocausto?». Abramo rispose: «Dio
stesso si provvederà l’agnello per l’olocausto, figlio mio!». Proseguirono tutti
e due insieme. [ Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo
costruì l’altare, collocò la legna, legò suo figlio Isacco e lo depose
sull’altare, sopra la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per
immolare suo figlio.
Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli
disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la
mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai
rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito».
Allora Abramo alzò gli occhi e vide
un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere
l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. ]
Abramo chiamò quel
luogo «Il Signore vede»; perciò oggi si dice: «Sul monte il Signore si fa
vedere».
[ L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta
e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e
non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e
renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la
sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città
dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della
terra, perché tu hai obbedito alla mia voce». ]
SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 15
Proteggimi, o Dio:
in te mi rifugio.
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia
vita.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non
potrò vacillare.
Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio
corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli
inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua
presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.
ORAZIONE
O Dio, Padre dei
credenti,
che estendendo a tutti gli uomini il dono dell’adozione filiale,
moltiplichi in tutta la terra i tuoi figli,
e nel sacramento pasquale
del Battesimo
adempi la promessa fatta ad Abramo
di renderlo padre di
tutte le nazioni,
concedi al tuo popolo di rispondere degnamente
alla
grazia della tua chiamata.
Per Cristo nostro Signore.
TERZA LETTURA
Es 14,15 – 15,1
Gli Israeliti
camminarono sull’asciutto in mezzo al mare.
Dal libro dell’Èsodo
In quei giorni, il Signore disse a Mosè:
«Perché gridi verso di me? Ordina agli Israeliti di riprendere il cammino. Tu
intanto alza il bastone, stendi la mano sul mare e dividilo, perché gli
Israeliti entrino nel mare all’asciutto. Ecco, io rendo ostinato il cuore degli
Egiziani, così che entrino dietro di loro e io dimostri la mia gloria sul
faraone e tutto il suo esercito, sui suoi carri e sui suoi cavalieri. Gli
Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando dimostrerò la mia gloria contro
il faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri».
L’angelo di Dio, che precedeva
l’accampamento d’Israele, cambiò posto e passò indietro. Anche la colonna di
nube si mosse e dal davanti passò dietro. Andò a porsi tra l’accampamento degli
Egiziani e quello d’Israele. La nube era tenebrosa per gli uni, mentre per gli
altri illuminava la notte; così gli uni non poterono avvicinarsi agli altri
durante tutta la notte.
Allora Mosè stese la mano sul mare. E il Signore
durante tutta la notte risospinse il mare con un forte vento d’oriente,
rendendolo asciutto; le acque si divisero. Gli Israeliti entrarono nel mare
sull’asciutto, mentre le acque erano per loro un muro a destra e a sinistra. Gli
Egiziani li inseguirono, e tutti i cavalli del faraone, i suoi carri e i suoi
cavalieri entrarono dietro di loro in mezzo al mare.
Ma alla veglia del
mattino il Signore, dalla colonna di fuoco e di nube, gettò uno sguardo sul
campo degli Egiziani e lo mise in rotta. Frenò le ruote dei loro carri, così che
a stento riuscivano a spingerle. Allora gli Egiziani dissero: «Fuggiamo di
fronte a Israele, perché il Signore combatte per loro contro gli
Egiziani!».
Il Signore disse a Mosè: «Stendi la mano sul mare: le acque si
riversino sugli Egiziani, sui loro carri e i loro cavalieri». Mosè stese la mano
sul mare e il mare, sul far del mattino, tornò al suo livello consueto, mentre
gli Egiziani, fuggendo, gli si dirigevano contro. Il Signore li travolse così in
mezzo al mare. Le acque ritornarono e sommersero i carri e i cavalieri di tutto
l’esercito del faraone, che erano entrati nel mare dietro a Israele: non ne
scampò neppure uno. Invece gli Israeliti avevano camminato sull’asciutto in
mezzo al mare, mentre le acque erano per loro un muro a destra e a
sinistra.
In quel giorno il Signore salvò Israele dalla mano degli Egiziani,
e Israele vide gli Egiziani morti sulla riva del mare; Israele vide la mano
potente con la quale il Signore aveva agito contro l’Egitto, e il popolo temette
il Signore e credette in lui e in Mosè suo servo.
Allora Mosè e gli
Israeliti cantarono questo canto al Signore e dissero:
SALMO RESPONSORIALE
Es 15,1b-6.17-18
Cantiamo al
Signore: stupenda è la sua vittoria.
«Voglio cantare al Signore,
perché ha mirabilmente trionfato:
cavallo e
cavaliere
ha gettato nel mare.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli
è stato la mia salvezza.
È il mio Dio: lo voglio lodare,
il Dio di mio
padre: lo voglio esaltare!
Il Signore è un guerriero,
Signore è il suo nome.
I carri del faraone e
il suo esercito
li ha scagliati nel mare;
i suoi combattenti
scelti
furono sommersi nel Mar Rosso.
Gli abissi li ricoprirono,
sprofondarono come pietra.
La tua destra,
Signore,
è gloriosa per la potenza,
la tua destra, Signore,
annienta il
nemico.
Tu lo fai entrare e lo pianti
sul monte della tua eredità,
luogo che
per tua dimora,
Signore, hai preparato,
santuario che le tue
mani,
Signore, hanno fondato.
Il Signore regni
in eterno e per
sempre!».
ORAZIONE
O Dio, anche ai nostri
tempi
vediamo risplendere i tuoi antichi prodigi:
ciò che facesti con la
tua mano potente
per liberare un solo popolo dall’oppressione del faraone,
ora lo compi attraverso l’acqua del Battesimo
per la salvezza di tutti i
popoli;
concedi che l’umanità intera sia accolta tra i figli di Abramo
e
partecipi alla dignità del popolo eletto.
Per Cristo nostro Signore.
QUARTA LETTURA
Is 54, 5-14
Con affetto
perenne il Signore, tuo redentore, ha avuto pietà di te.
Dal libro del profeta Isaìa
Tuo sposo è il tuo
creatore,
Signore degli eserciti è il suo nome;
tuo redentore è il Santo
d’Israele,
è chiamato Dio di tutta la terra.
Come una donna
abbandonata
e con l’animo afflitto, ti ha richiamata il Signore.
Viene
forse ripudiata la donna sposata in gioventù?
– dice il tuo Dio.
Per un
breve istante ti ho abbandonata,
ma ti raccoglierò con immenso amore.
In
un impeto di collera
ti ho nascosto per un poco il mio volto;
ma con
affetto perenne
ho avuto pietà di te,
dice il tuo redentore, il
Signore.
Ora è per me come ai giorni di Noè,
quando giurai che non avrei
più riversato
le acque di Noè sulla terra;
così ora giuro di non più
adirarmi con te
e di non più minacciarti.
Anche se i monti si spostassero
e i colli vacillassero,
non si allontanerebbe da te il mio affetto,
né
vacillerebbe la mia alleanza di pace,
dice il Signore che ti usa
misericordia.
Afflitta, percossa dal turbine, sconsolata,
ecco io pongo
sullo stibio le tue pietre
e sugli zaffìri pongo le tue fondamenta.
Farò
di rubini la tua merlatura,
le tue porte saranno di berilli,
tutta la tua
cinta sarà di pietre preziose.
Tutti i tuoi figli saranno discepoli del
Signore,
grande sarà la prosperità dei tuoi figli;
sarai fondata sulla
giustizia.
Tieniti lontana dall’oppressione, perché non dovrai
temere,
dallo spavento, perché non ti si accosterà.
SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 29
Ti esalterò,
Signore, perché mi hai liberato.
Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei
nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli
inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.
Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il
ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la
vita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioia.
Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
Hai
mutato il mio lamento in danza;
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per
sempre.
ORAZIONE
O Dio, Padre di tutti
gli uomini,
moltiplica a gloria del tuo nome
la discendenza promessa
alla fede dei patriarchi,
e aumenta il numero dei tuoi figli,
perché la
Chiesa veda pienamente adempiuto
il disegno universale di salvezza,
nel
quale i nostri padri avevano fermamente sperato.
Per Cristo nostro
Signore.
QUINTA LETTURA
Is 55, 1-11
Venite a me e
vivrete; stabilirò per voi un’alleanza eterna.
Dal libro del profeta Isaìa
Così dice il Signore:
«O voi
tutti assetati, venite all’acqua,
voi che non avete denaro,
venite;
comprate e mangiate; venite, comprate
senza denaro, senza pagare,
vino e latte.
Perché spendete denaro per ciò che non è pane,
il vostro
guadagno per ciò che non sazia?
Su, ascoltatemi e mangerete cose buone
e
gusterete cibi succulenti.
Porgete l’orecchio e venite a me,
ascoltate e
vivrete.
Io stabilirò per voi un’alleanza eterna,
i favori assicurati a
Davide.
Ecco, l’ho costituito testimone fra i popoli,
principe e sovrano
sulle nazioni.
Ecco, tu chiamerai gente che non conoscevi;
accorreranno a
te nazioni che non ti conoscevano
a causa del Signore, tuo Dio,
del Santo
d’Israele, che ti onora.
Cercate il Signore, mentre si fa
trovare,
invocàtelo, mentre è vicino.
L’empio abbandoni la sua via
e
l’uomo iniquo i suoi pensieri;
ritorni al Signore che avrà misericordia di
lui
e al nostro Dio che largamente perdona.
Perché i miei pensieri non
sono i vostri pensieri,
le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del
Signore.
Quanto il cielo sovrasta la terra,
tanto le mie vie sovrastano le
vostre vie,
i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.
Come infatti la
pioggia e la neve scendono dal cielo
e non vi ritornano senza avere irrigato
la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme a
chi semina
e il pane a chi mangia,
così sarà della mia parola uscita dalla
mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che
desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».
SALMO RESPONSORIALE
Is 12, 2. 4-6
Attingeremo con
gioia alle sorgenti della salvezza.
Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché
mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza.
Attingerete acqua con gioia
alle sorgenti della salvezza.
Rendete
grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue
opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime.
Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la
terra.
Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te
è il Santo d’Israele.
ORAZIONE
Dio onnipotente ed
eterno, unica speranza del mondo,
tu hai preannunziato con il messaggio dei
profeti
i misteri che oggi si compiono;
ravviva la nostra sete di
salvezza,
perché soltanto per l’azione del tuo Spirito
possiamo
progredire nelle vie della tua giustizia.
Per Cristo nostro Signore.
SESTA LETTURA
Bar 3, 9-15. 32 – 4,4
Cammina
allo splendore della luce del Signore.
Dal libro del profeta Baruc
Ascolta, Israele, i comandamenti
della vita,
porgi l’orecchio per conoscere la prudenza.
Perché, Israele?
Perché ti trovi in terra nemica
e sei diventato vecchio in terra
straniera?
Perché ti sei contaminato con i morti
e sei nel numero di
quelli che scendono negli inferi?
Tu hai abbandonato la fonte della
sapienza!
Se tu avessi camminato nella via di Dio,
avresti abitato per
sempre nella pace.
Impara dov’è la prudenza,
dov’è la forza, dov’è
l’intelligenza,
per comprendere anche dov’è la longevità e la vita,
dov’è
la luce degli occhi e la pace.
Ma chi ha scoperto la sua dimora,
chi è
penetrato nei suoi tesori?
Ma colui che sa tutto, la conosce
e l’ha
scrutata con la sua intelligenza,
colui che ha formato la terra per
sempre
e l’ha riempita di quadrupedi,
colui che manda la luce ed essa
corre,
l’ha chiamata, ed essa gli ha obbedito con tremore.
Le stelle hanno
brillato nei loro posti di guardia
e hanno gioito;
egli le ha chiamate ed
hanno risposto: «Eccoci!»,
e hanno brillato di gioia per colui che le ha
create.
Egli è il nostro Dio,
e nessun altro può essere confrontato con
lui.
Egli ha scoperto ogni via della sapienza
e l’ha data a Giacobbe, suo
servo,
a Israele, suo amato.
Per questo è apparsa sulla terra
e ha
vissuto fra gli uomini.
Essa è il libro dei decreti di Dio
e la legge che
sussiste in eterno;
tutti coloro che si attengono ad essa avranno la
vita,
quanti l’abbandonano moriranno.
Ritorna, Giacobbe, e
accoglila,
cammina allo splendore della sua luce.
Non dare a un altro la
tua gloria
né i tuoi privilegi a una nazione straniera.
Beati siamo noi, o
Israele,
perché ciò che piace a Dio è da noi conosciuto.
SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 18
Signore, tu hai
parole di vita eterna.
La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza
del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.
I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando
del Signore è limpido,
illumina gli occhi.
Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore
sono fedeli,
sono tutti giusti.
Più preziosi dell’oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di
un favo stillante.
ORAZIONE
O Dio, che accresci
sempre la tua Chiesa
chiamando nuovi figli da tutte le genti,
custodisci
nella tua protezione
coloro che fai rinascere dall’acqua del Battesimo.
Per Cristo nostro Signore.
SETTIMA LETTURA Ez 36, 16-17a.18-28
Vi
aspergerò con acqua pura e vi darò un cuore nuovo.
Dal libro del profeta Ezechièle
Mi fu rivolta questa parola del
Signore:
«Figlio dell’uomo, la casa d’Israele, quando abitava la sua terra,
la rese impura con la sua condotta e le sue azioni. Perciò ho riversato su di
loro la mia ira per il sangue che avevano sparso nel paese e per gli idoli con i
quali l’avevano contaminato. Li ho dispersi fra le nazioni e sono stati dispersi
in altri territori: li ho giudicati secondo la loro condotta e le loro azioni.
Giunsero fra le nazioni dove erano stati spinti e profanarono il mio nome
santo, perché di loro si diceva: “Costoro sono il popolo del Signore e tuttavia
sono stati scacciati dal suo paese”. Ma io ho avuto riguardo del mio nome santo,
che la casa d’Israele aveva profanato fra le nazioni presso le quali era
giunta.
Perciò annuncia alla casa d’Israele: “Così dice il Signore Dio: Io
agisco non per riguardo a voi, casa d’Israele, ma per amore del mio nome santo,
che voi avete profanato fra le nazioni presso le quali siete giunti.
Santificherò il mio nome grande, profanato fra le nazioni, profanato da voi in
mezzo a loro. Allora le nazioni sapranno che io sono il Signore – oracolo del
Signore Dio –, quando mostrerò la mia santità in voi davanti ai loro
occhi.
Vi prenderò dalle nazioni, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul
vostro suolo. Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò
da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo,
metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi
darò un cuore di carne.
Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere
secondo le mie leggi e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme.
Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e
io sarò il vostro Dio”».
SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 41
Come la cerva anela
ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio.
L’anima mia ha sete di Dio,
del Dio vivente:
quando verrò e vedrò
il
volto di Dio? .
Avanzavo tra la folla,
la precedevo fino alla casa di Dio,
fra canti
di gioia e di lode
di una moltitudine in festa.
Manda la tua luce e la tua verità:
siano esse a guidarmi,
mi conducano
alla tua santa montagna,
alla tua dimora.
Verrò all’altare di Dio,
a Dio, mia gioiosa esultanza.
A te canterò
sulla cetra,
Dio, Dio mio.
ORAZIONE
O Dio, potenza
immutabile e luce che non tramonta, volgi lo sguardo alla tua Chiesa, ammirabile
sacramento di salvezza, e compi l’opera predisposta nella tua misericordia:
tutto il mondo veda e riconosca che ciò che è distrutto si ricostruisce, ciò che
è invecchiato si rinnova e tutto ritorna alla sua integrità, per mezzo del
Cristo, che è principio di tutte le cose. Egli vive e regna nei secoli dei
secoli.
Il celebrante intona l’inno Gloria a Dio, che viene cantato da
tutti.
COLLETTA
O Dio, che illumini
questa santissima notte
con la gloria della risurrezione del Signore,
ravviva nella tua famiglia lo spirito di adozione,
perché tutti i tuoi
figli, rinnovati nel corpo e nell’anima, siano sempre fedeli al tuo servizio.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna
con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
EPISTOLA
Rm 6,
3-11
Cristo risorto dai morti non muore più.
Dalla lettera di S. Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, non sapete
che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella
sua morte?
Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui
nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della
gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se
infatti siamo stati intimamente uniti a lui a somiglianza della sua morte, lo
saremo anche a somiglianza della sua risurrezione.
Lo sappiamo: l’uomo
vecchio che è in noi è stato crocifisso con lui, affinché fosse reso inefficace
questo corpo di peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. Infatti chi
è morto, è liberato dal peccato.
Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che
anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la
morte non ha più potere su di lui. Infatti egli morì, e morì per il peccato una
volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio. Così anche voi consideratevi
morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.
SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 117
Alleluia,
alleluia, alleluia.
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per
sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto
prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra
d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri
occhi.
+ VANGELO
Anno B Mc
16,1-7
Gesù Nazareno, il crocifisso, è risorto.
Dal vangelo secondo Marco
Passato il sabato, Maria di Màgdala,
Maria madre di Giacomo e Salòme comprarono oli aromatici per andare a ungerlo.
Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare
del sole.
Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra
dall’ingresso del sepolcro?». Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era
già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande.
Entrate nel sepolcro,
videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero
paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il
crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. Ma andate,
dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete,
come vi ha detto“».
Commento
Gesù sta celebrando l’ultima cena con i suoi apostoli. E’ la cena ebraica
dell’Antica Alleanza (prima lettura), ma, durante questa celebrazione, Gesù
compie un gesto che rivoluzionerà la vita dei suoi apostoli e di tutti gli
uomini che, da quel momento, vorranno accogliere la sua Persona con tutta la sua
carica di novità di vita. E’ l’istituzione dell’eucaristia, riportata da S.
Paolo nella seconda lettura. Gesù stesso parlerà di “Nuova Alleanza” con Dio nel
suo sangue; un nuovo rapporto, dunque, fra Dio e l’umanità, un rapporto, in cui
l’essere umano, per la prima volta nella sua storia, potrà chiamare Dio con il
confidenziale nome di “Abbà”, “Padre”, e a ragione, poiché, nel battesimo, egli
non solo viene purificato dal peccato originale, eredità “costituzionale” del
genere umano, ma riceve in sé la stessa vita di Dio, che trasforma la sua natura
da solamente umana in anche divina: è la divinizzazione dell’essere umano, lo
straordinario, incredibile dono di Dio a questa sua creatura, che pure l’aveva
rifiutato come suo creatore. La follia dell’amore di Dio per l’umanità non ha
limiti!
Gli evangelisti Matteo, Marco e Luca, nel narrare l’ultima cena,
sottolineano l’istituzione dell’eucaristia. Giovanni (vangelo), al posto
dell’istituzione dell’eucaristia, pone la lavanda dei piedi, taciuta dagli altri
evangelisti.
Giovanni, il più giovane degli apostoli, il prediletto di
Gesù, il quale dalla croce, poco prima di morire, lo aveva affidato a sua Madre,
affidando, quindi, Lei alla sua protezione, era l’apostolo che, più di ogni
altro, era potuto entrare nel cuore di Gesù, sia nel suo rapporto personale con
Lui nei tre anni di vita pubblica (egli era stato uno dei primi discepoli di
Gesù) sia attraverso le confidenze che certamente Maria gli avrà fatto stando
con lui [ “ E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa” (Gv 19, 27)
]. Giovanni vede e sottolinea, nella vita di Gesù, aspetti e significati che gli
altri evangelisti non notano. Per questo il suo vangelo è molto più profondo e
mistico degli altri vangeli.
Non è un caso, quindi, che, laddove gli
altri evangelisti narrano l’istituzione dell’eucaristia, Giovanni ponga la
narrazione della lavanda dei piedi.
L’eucaristia è Gesù che si offre come
cibo ai credenti, perché essi possano essere riempiti di Lui e, così, possano
assomigliare sempre di più a Lui.
Ma che cosa significa assomigliare a
Gesù?
Giovanni, ponendo la lavanda dei piedi al posto dell’istituzione
dell’eucaristia, sembra voler rispondere a questa domanda.
“Gesù, sapendo
che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani…”. Gesù è consapevole di avere la
signoria su tutto, di avere il dominio assoluto, di essere, quindi, il Signore,
a cui ogni onore è dovuto. “…Si alzò da tavola, depose le vesti, prese un
asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e
cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui
si era cinto”. Lavare i piedi era la mansione degli schiavi; un uomo libero non
l’avrebbe mai fatto, sarebbe stato troppo umiliante. Eppure Gesù, pienamente
consapevole che “il Padre gli aveva dato tutto nelle mani”, non esita a fare il
lavoro di uno schiavo, addirittura il lavoro più umiliante.
“Quando ebbe
lavato loro i piedi, riprese le sue vesti e sedette di nuovo”. Giovanni sembra
aver filmato ogni più piccolo dettaglio e la descrizione è talmente minuziosa,
che sembra essere stata ripresa al rallentatore. L’impressione che si ha,
leggendo questo brano, è un essere quasi “costretti” a soffermarsi sui
particolari, per capire bene il senso di ogni gesto, di ogni parola.
“Capite quello che ho fatto per voi?”. Una domanda, questa di Gesù, che, rivolta
ai suoi apostoli e rivolta a ogni uomo, a ogni donna di ogni luogo, di ogni
tempo, invita a riflettere, a cercare di andare in profondità, di penetrare nel
cuore stesso di Dio, come chiaramente emerge dalle parole che Gesù aggiunge:
“Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque
io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i
piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi
facciate come io ho fatto a voi”.
Ecco, allora, la risposta a “che cosa
significa assomigliare a Gesù”.
Egli, Figlio di Dio fatto Uomo, Signore
dell’universo, si è abbassato, con umiltà infinita, alla stregua di uno schiavo,
perché è venuto nel mondo “non per essere servito, ma per servire e dare la sua
vita in riscatto per molti” (Mt 20, 28).
Gesù ha messo la sua vita al
servizio del bene di ogni persona, il “bene” secondo Dio, cioè la liberazione
dal peccato, dal male, dal degrado spirituale e morale e il rinascere a una vita
nuova, a una vita di comunione con Dio, come un ruscello che, seccatosi per
essersi staccato dalla propria sorgente, viene raggiunto e “riafferrato” da
questa sorgente e nuovamente alimentato. Il bene per l’essere umano, secondo il
cuore del Padre, è proprio riafferrare, grazie al sacrificio di suo Figlio Gesù,
questa sua creatura e riportarla all’unità profonda, vivificante con Lui per
mezzo dello Spirito Santo che, nel battesimo, immette nella persona la vita
stessa della Trinità.
Assomigliare a Gesù. “Chi ha visto me ha visto il
Padre” ha risposto Gesù all’apostolo Filippo, che gli chiedeva: “Mostraci il
Padre e ci basta” (Gv 14, 8 – 9). Assomigliare a Gesù vuol dire, quindi,
assomigliare al Padre. I figli non portano in sé, sempre, elementi genetici dei
genitori? Il cristiano è un figlio di Dio. Questa stupenda, incredibile
“parentela” è la Nuova Alleanza che il Padre ha voluto stipulare con l’essere
umano per mezzo di suo Figlio Gesù.
Ultima cena: sta per avere inizio una
nuova umanità.