13 Gennaio 2019 - Battesimo del Signore


LITURGIA DELLA PAROLA E COMMENTO





LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Is 40,1-5.9-11

Si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini la vedranno.

Dal libro del profeta Isaia

«Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio. – Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati».
Una voce grida: «Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata. Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno, perché la bocca del Signore ha parlato».
Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede. Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri».


Salmo Responsoriale Dal Salmo 103

Benedici il Signore, anima mia.

Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Sei rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto,
tu che distendi i cieli come una tenda.
Costruisci sulle acque le tue alte dimore,
fai delle nubi il tuo carro,
cammini sulle ali del vento,
fai dei venti i tuoi messaggeri
e dei fulmini i tuoi ministri.
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.
Ecco il mare spazioso e vasto:
là rettili e pesci senza numero,
animali piccoli e grandi.
Tutti da te aspettano
che tu dia loro cibo a tempo opportuno.
Tu lo provvedi, essi lo raccolgono;
apri la tua mano, si saziano di beni.
Nascondi il tuo volto: li assale il terrore;
togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.


Seconda Lettura Tt 2,11-14; 3,4-7

Signore ci ha salvato con un ‘acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito

Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta sal­vezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’em­pietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli ap­partenga, pieno di zelo per le opere buone. Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore no­stro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua mise­ricordia, con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spi­rito Santo, che Dio ha effuso su di noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, affinché, giustificati per la sua grazia, diventassimo, nella spe­ranza, eredi della vita eterna.


Vangelo Lc 3,15-16.21-22

Mentre Gesù, ricevuto il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì.
Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».



COMMENTO


    Dio mantiene sempre le sue promesse. Quanto viene annunciato dal profeta Isaia nella prima lettura trova la sua piena realizzazione in quel Gesù, a cui il Padre stesso dà testimonianza durante il battesimo nel Giordano. “Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento” dice il Padre, confermando, così, ciò che Giovanni il Battista rispondeva a quanti si chiedevano se fosse lui il Messia che tutti attendevano: “Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui io non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”.
    Un popolo in attesa del Messia, un popolo che, per accogliere il Salvatore, viene esortato, nel brano di Isaia, a preparare il cuore, togliendo da esso tutto ciò che può essere di ostacolo a tale accoglienza.
    Un profeta, Giovanni il Battista, che annuncia ormai imminente la realizzazione delle promesse di Dio e che esorta il popolo al pentimento dei propri peccati, pentimento, di cui il battesimo (parola di origine greca che significa “immersione”) nelle acque del Giordano diventa segno visibile.
    Gesù stesso accetta di fare tale gesto penitenziale, pur essendo senza peccato, volendo dimostrare di essere, Egli, l'Innocente, solidale con l'umanità peccatrice. In tale gesto Gesù comincia a portare su di sé i peccati degli uomini. “Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo” dice Giovanni il Battista, “vedendo Gesù venire verso di lui” (Gv 1,29). E sulla croce Gesù veramente, come una calamita, attirerà su di sé tutti i peccati di tutti gli uomini di tutti i tempi. “Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone” afferma l'apostolo Paolo (seconda lettura).
    Battesimo di Giovanni il Battista. Battesimo cristiano. Due “realtà” completamente diverse, anche se alquanto simili nei gesti rituali. Quello di Giovanni è un battesimo di penitenza, un gesto, cioè, che indica, in chi lo riceve, soltanto un desiderio di purificazione, una volontà di cambiamento di vita; ma tale battesimo, che, come specifica Giovanni il Battista, è solo “di acqua”, non rende “nuovo” l'essere umano, non gli dà una natura nuova, non lo cambia nella sua essenza. Invece, nel battesimo cristiano, appena vengono pronunciate le parole “Io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”, accompagnate dal gesto del versamento dell'acqua sul capo del battezzando, avviene un miracolo straordinario: la persona che sta ricevendo il sacramento del battesimo non solo viene liberata dal peccato originale, ma viene riempita della presenza di Dio per mezzo dello Spirito Santo e Dio la permea di sé e la divinizza. Da tale momento il battezzato non è più soltanto una creatura soltanto umana, ma anche divina, un figlio di Dio, poiché la vita stessa di Dio “circola” in lui; da tale momento egli può chiamare Dio con lo splendido, dolcissimo nome di “Abbà”, parola aramaica, che significa “papà”. Poteva Dio essere più teneramente paterno nei confronti di una sua creatura? E questo incredibile dono della vita divina in noi è totalmente gratuito. Come afferma Paolo sempre nella seconda lettura, Dio ci ha salvati (e “salvezza” non è solo il perdono dei peccati, ma anche, e soprattutto, la vita divina in noi e l'eternità con Lui) non perché noi abbiamo meritato qualcosa compiendo opere buone, ma soltanto per la sua misericordia, per quel suo cuore, cioè, così pieno d'amore, che si china sulla nostra miseria e la ricopre con la sua tenerezza di Padre.
    “Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento”. E' la voce del Padre che si ode; è il Padre che, mentre lo Spirito Santo scende su Gesù, sta dicendo ai presenti: “In questo mio Figlio Io, Dio Padre, ho posto la mia gioia, poiché Egli è in totale comunione con Me, perché il suo cuore batte all'unisono con il mio, perché Egli desidera solo ciò che Io desidero e la sua volontà è in perfetta sintonia con la mia volontà”. Ecco, così era Gesù, il Figlio di Dio. Così dovrebbero essere ogni uomo e ogni donna diventati, con il sacramento del battesimo, figli di Dio. Come sarebbe bello se Dio Padre di ogni suo figlio, di ogni sua figlia potesse dire con gioia: “Anche in te ho posto il mio compiacimento, figlio mio, figlia mia”!