16 Dicembre 2018 - III Domenica di Avvento


LITURGIA DELLA PAROLA E COMMENTO




LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Bar 5,1-9

Dio mostrerà il tuo splendore ad ogni creatura.


Dal libro del profeta Baruc

Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell’afflizione,
rivestiti dello splendore della gloria che ti viene da Dio per sempre.
Avvolgiti nel manto della giustizia di Dio,
metti sul tuo capo il diadema di gloria dell’Eterno,
perché Dio mostrerà il tuo splendore a ogni creatura sotto il cielo.
Sarai chiamata da Dio per sempre:
«Pace di giustizia» e «Gloria di pietà».
Sorgi, o Gerusalemme, sta’ in piedi sull’altura
e guarda verso oriente; vedi i tuoi figli riuniti,
dal tramonto del sole fino al suo sorgere,
alla parola del Santo, esultanti per il ricordo di Dio.
Si sono allontanati da te a piedi, incalzati dai nemici;
ora Dio te li riconduce in trionfo come sopra un trono regale.
Poiché Dio ha deciso di spianare
ogni alta montagna e le rupi perenni,
di colmare le valli livellando il terreno,
perché Israele proceda sicuro sotto la gloria di Dio.
Anche le selve e ogni albero odoroso
hanno fatto ombra a Israele per comando di Dio.
Perché Dio ricondurrà Israele con gioia alla luce della sua gloria,
con la misericordia e la giustizia che vengono da lui.


Salmo Responsoriale Dal Salmo 125

Grandi cose ha fatto il Signore per noi.

Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.
Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.
Ristabilisci, Signore, la nostra sorte.
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.
Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.


Seconda Lettura Fil 1,4-6,8-11

State integri e irreprensibili per il giorno di Cristo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési

Fratelli, sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino al presente. Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.
Infatti Dio mi è testimone del vivo desiderio che nutro per tutti voi nell’amore di Cristo Gesù. E perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.
Canto al Vangelo Lc 3,4-6
Alleluia, alleluia.
Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
Alleluia.


Vangelo Lc 3,1-6

Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!.
Dal vangelo secondo Luca

Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesa­re, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea. Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto.
Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com‘è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:

«Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni burrone sarà riempito,
ogni monte e ogni colle sarà abbassato;
le vie tortuose diverranno diritte
e quelle impervie, spianate.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».


COMMENTO

        “Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino”. Piena di gioia l’antifona d’ingresso, che riprende l’inizio della seconda lettura.
    Un’esplosione di gioia è anche il ritornello del salmo responsoriale: “Canta ed esulta, perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele”.
    “Gioia”: ecco la parola-chiave della terza settimana d’avvento in tutti e tre gli anni liturgici (A – B – C). Gioia esprimono la prima lettura e il salmo responsoriale, gioia esprime la seconda lettura, gioia vi è anche nel canto al Vangelo, in cui si parla di “lieto annuncio” , di quella “buona notizia”, che Giovanni il Battista, come leggiamo nel brano di Vangelo odierno, annunzia al popolo.
    Molto bella la prima lettura. E’ un brano tratto dal libro del profeta Sofonia, la cui predicazione si svolse tra il 640 e il 630 a.C., in un periodo in cui il popolo d’Israele si era contaminato con culti pagani, adorando falsi dei, divinità dei popoli vicini, e tradendo, così, il proprio Dio. Ma Dio rimane fedele al suo amore, ama il suo popolo e non lo abbandona in balia delle sue debolezze, dei suoi peccati. Ed ecco l’annuncio di salvezza! Questo brano di Sofonia sembra la danza gioiosa di una festa di nozze. C’è, da una parte, la gioia d’Israele, del popolo di Dio, di ogni uomo, che, nel profondo del suo cuore, desidera essere liberato dalla “prigione”, in cui lo tiene rinchiuso il “nemico” (l’egoismo, il peccato); dall’altra, vi è la gioia di Dio, che, in mezzo al suo popolo, nella vita di ogni uomo, è un salvatore potente, felice di poter liberare il suo popolo e l’essere umano dalla schiavitù morale e spirituale. E’ splendida, addirittura commovente, l’immagine di questo Dio, che “gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia”. Sembra quasi di poterne scorgere l’espressione felice del volto e di vederlo danzare al ritmo di un canto di vittoria.
    Dio è amore e tutto ciò che fa lo fa per amore, per il bene dell’essere umano, che Egli ama teneramente e appassionatamente. Per questo motivo Dio è anche il Dio della gioia. Non è, forse, gioia, ciò che prova anche l’uomo, quando mette la sua vita al servizio del bene degli altri ?
    Questo Dio, che, con ostinata fedeltà, continua ad amare l’essere umano, anche quando questi lo tradisce e lo abbandona, è un Dio che dà sicurezza, che ispira fiducia totale, che, nella lettera ai Filippesi, fa dire a S. Paolo: “Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste”, perché “il Signore è vicino”, è sempre accanto a ogni persona nel cammino, spesso buio e turbolento, della sua esistenza. Ed è questa vicinanza d’amore, continua e fedele, di Dio che dà al cuore umano tranquillità, equilibrio e pace profonda.
    Dio chiede a ogni persona soltanto una cosa: di lasciarsi amare da Lui e di fare di Lui l’unico punto di riferimento in ogni istante e in ogni situazione della vita.
    Il Signore desidera che l’essere umano sia profondamente felice. E la vera gioia arriva solo quando si ama. Dio non chiede straordinari atti d’amore; chiede soltanto che l’uomo viva nell’amore la sua quotidianità, come bene rispondeva Giovanni il Battista a coloro che, col desiderio di convertire il loro cuore in attesa della venuta del Messia, gli chiedevano: “Che cosa dobbiamo fare?”. E le risposte di Giovanni erano addirittura disarmanti nella loro semplicità: “Vivete la vostra vita di ogni giorno secondo il cuore di Dio”. Ciò sembrerebbe impossibile, ma è meno difficile di quanto possa sembrare. Il Figlio di Dio, facendosi uomo e vivendo, quindi, la nostra umanità, ci ha fatto “vedere” concretamente come, nelle quotidiane circostanze della vita umana, si può amare come ama Dio. Gesù è il nostro modello, il nostro punto di riferimento. E’ sufficiente, in ogni istante, in ogni situazione, volgere lo sguardo a Lui e chiedergli: “Che cosa devo fare?”. La risposta arriverà, immediatamente e chiara: “Ama come me. Lasciati guidare dall’amore”. Se veramente “ascolteremo” la sua voce e cercheremo di assomigliare a Lui nella nostra vita di ogni giorno, la gioia, e gioia profonda, invaderà il cuore.